PRESENTAZIONE  DEL  LIBRO
“IL  CATALOGO  DE’ SOGGETTI  PIÚ  ILLUSTRI
TRA’  CAPPUCCINI   DELLA  PROVINCIA  D’OTRANTO”
Secoli XVI-XVII

IL PIÚ BEL REGALO PER CHI HA CURATO
QUESTO LAVORO E PER TUTTI I FRATI
CAPPUCCINI DI PUGLIA:
IL SORRISO DI PAPA FRANCESCO
QUANDO HA ACCETTATO
IL DONO DEL LIBRO FATTOGLI DAL PROVINCIALE
FRA ALDREDO MARCHELLO
NEL GIORNO DELLA SUA VISITA AD ALESSANO
SULLA TOMBA DI
DON TONINO BELLO
GRAZIE PAPA FRANCESCO!

PRESENTAZIONE A BRINDISI

ARCHIVIO DI STATO

La recente edizione Il Catalogo di soggetti più illustri tra i Cappuccini della Provincia d’Otranto. Santità di vita e fatti straordinari (secoli XVI-XVII), a cura di Rosa Anna Savoia, con documentazione iconografica di Francesco Monticchio, Edizioni Grifo, è un contributo di notevole importanza per la storia della grande Terra d’Otranto di un tempo che comprendeva le attuali province di Lecce, Taranto e Brindisi e si estendeva fino a Matera. Si tratta di una fonte per la storia della vicenda religiosa e pastorale, ma pure sociale, artistica e culturale di questa provincia estrema del Regno di Napoli, protesa tra due mari.

Lavori del genere non sono facili: implicano tenace impegno e molta fatica. Pertanto la gratitudine degli storici va espressa a coloro che forniscono strumenti di lavoro scientifico, come questo. E a quella dei ricercatori e degli studiosi dell’età moderna va aggiunta quella di tanti, singoli e comunità, che nella memoria storica cercano elementi di identità delle popolazioni di un territorio, del loro farsi con le idealità e dinamiche dei secoli XVI-XVII. C’è da auspicare, pertanto, una diffusa ricaduta culturale di questa impresa editoriale voluta e sostenuta dalla Provincia dei frati minori cappuccini di Puglia, dalle Edizioni Grifo di Lecce e dall’impresa Monteco di Mario Montinaro di Campi Salentina.

Questo “catalogo” dei frati benemeriti non era ignoto agli studiosi del francescanesimo nel meridione italiano. E non pochi lo hanno valorizzato attingendo informazioni preziose. Ma questa fonte storica era lontana dalla regione pugliese, perché conservata nell’Archivio di Stato di Milano per volontà di Napoleone I Bonaparte dal 10 maggio 1810. Su questa vicenda la curatrice Rosa Anna Savoia ci da chiara notizia nella sua introduzione a questa edizione.
 

La maggior parte del volume è occupato dalla Raccolta della nascita, vita, morte e dopo del padre Pacifico da Sant’Eufemia, predicatore cappuccino, nato il 24 agosto 1568 nel casale omonimo di Tricase e morto il 17 aprile 1605 nel convento di Laterza (TA). Di essa fu autore Francesco da Pulsano nel 1612.
Seguono gli atti del processo informativo sulla santità di frate Egidio da Laterza, nato nel 1537 e morto a Lecce nel 1618; processo aperto nel 1627 da Francesco da Morciano.
La terza parte è La raccolta delle cose più memorabili e dei fatti più illustri operati dai nostri frati cappuccini redatta nel 1657 da padre Francesco da Pulsano e destinata agli annali della Provincia.

Nella sistemazione editoriale data dalla Savoia sono presentati 23 padri predicatori, 30 sacerdoti cappuccini, 20 chierici,  44 laici, infine 3 suore cappuccine e 5 terziarie. Vi sono pure le notizie delle vicende negative dei cappuccini «trasgressori della regola», «ingrati contro alla vocazione».

Sono registrati poi «altri casi straordinari» e infine «fatti meravigliosi» derivanti dalla devozione all’Immacolata, e particolarmente miracoli attribuiti al beato Felice da Cantalice, Francesco d’Assisi, sant’Antonio da Padova e san Giuseppe da Leonessa, straordinari avvenimenti provvidenziali. È doveroso avvertire che delle notizie biografiche e degli avvenimenti straordinari di cui si è avuta informazione, sono indicati i referenti che spesso firmarono con il segno di croce.

La documentazione iconografica e fotografica è stata curata da Francesco Monticchio, che ha collaborato validamente all’edizione di questo importante volume.
Un approfondimento utile sarebbe quello di individuare quei nativi della trentina di luoghi delle due diocesi di Alessano e di Ugento, come di altre diocesi, che divennero cappuccini ancor prima della fondazione dei primi conventi di quei territori. Tanto varrebbe ad individuare i sentieri segreti della seminagione compiuta da predicatori e questuanti provenienti da quelle residenze vicine o lontane dai confini delle due diocesi.

La vicenda di fra’ Pacifico di Sant’Eufemia sarebbe su questi sentieri. Come pure quella del laico fra’ Simone da Salve, morto a Taranto nel 1624, fra’ Bernardino da Morciano morto a Salve nel 1580, e dei sacerdoti fra’ Cornelio da Salve morto a Corigliano nel 1593, fra’ Giovanni da Alessano morto nel 1600, fra’ Rufino da Ruffano morto a Casarano nel 1604. Di questi cappuccini salentini dei primi decenni numerose sono le menzioni negli indici di questo volume

I loro conventini erano quasi degli eremi, distanti dall’abitato e lì i frati vivevano insieme, in povertà evangelica, predicavano nelle chiese e giravano tra le case dei paesi chiedendo l’elemosina in cambio delle parole di consolazione e di incoraggiamento. Quelli poi che erano sacerdoti predicavano e conquistavano i fedeli, diversamente da quelli di rito greco e latino che si mescolavano tra la gente salentina, officiando messe e officiature varie e coltivando di persona i terreni dei tanti “benefici” ecclesiastici e di altrettanti “legati”. I cappuccini erano considerati e attesi come guaritori in vario modo.

 

PRESENTAZIONE A  CAMPI  SALENTINA
12.05.18

Questo fascino spiega, come ha rilevato Criscuolo, la fondazione di conventi quasi uno ogni due anni. La geografia cappuccina di Terra d’Otranto, a differenza della vicenda nell’intera Europa, si arricchì ancora: a Ruffano dal 1621, ad Alessano dal 1627, e ancor prima Scorrano nel 1600 e a Diso nel 1619, rispettivamente nell’arcidiocesi di Otranto e nella diocesi di Castro. Si impone in questa edizione per la sua ampiezza la raccolta dei dati su Pacifico da Sant’Eufemia che fu compiuta negli anni 1611-1612, come pure di quelli che furono registrati quando il 15 agosto 1627 fu avviata l’indagine sull’integrità di vita di Egidio da Laterza e sui miracoli a lui attribuiti.

Emerge la geografia dell’intera Terra d’Otranto e della sua società nelle testimonianze di quanti dichiararono di essere stati beneficati dal loro intervento, uomini e donne, piccoli, adulti e anziani, chierici e laici, poveri e signori, afflitti dalle malattie più diverse sulle quali sarebbe interessante farne la rassegna.

Essi provenivano da Matera, Montescaglioso, Ginosa, Taranto e i suoi casali, Martina, Grottaglie, Mesagne, Trepuzzi, Squinzano, Campi, Lecce, Lequile, Nardò, Casarano, Ruffano, Salve, Tricase, Tutino, Alessano, Patù, Otranto, Sant’Eufemia, Muro, Scorrano, Laterza e ancora Copertino, Corigliano, Melpignano, Galatina, Palagianello, Massafra, Francavilla.

Altrettanto si può dire della Raccolta delle cose più memorabili e dei fatti più illustri, compiuti dai frati cappuccini, da quelli predicatori e sacerdoti ai chierici laici e novizi. Questi dati, però, riguardano la loro vita piena di slanci religiosi, di esempi di santificazione cercata e predicata non senza difficoltà e contrasti.

Storie di santità che lasciarono stupiti i confratelli conviventi che perciò le trasmisero alla edificazione dei cappuccini delle generazioni seguenti. Con modalità specifiche che poi si diffusero tra le popolazioni, devozione sacramentale, quarantore, devozione mariana, forme concrete e relazioni interpersonali.

Il Cristo crocefisso si intravede dappertutto e ispira ascetica rigorosa e sostiene «speranze disperate» (Luigi Tasselli). Queste sono della gente che ricorreva a quei francescani per chiedere salute e salvezza dalle forze demoniache. Perciò il sottotitolo del volume “Santità di vita e fatti straordinari” lo dice chiaramente e fornisce agli studiosi un vasto campo d’indagine della cultura popolare di questa provincia ai confini dell’impero spagnolo.

Qui, alla frontiera del cattolicesimo meridionale, si stava verificando l’assorbimento delle diverse tradizioni religiose e culturali, come quelle che erano venute dall’oriente bizantino. In queste contrade perdurava, anche dopo Lepanto (1571), la paura della pirateria turca, sempre incombente e minacciosa.

 

PRESENTAZIONE  AD  ALESSANO
23.06.18

L’edizione di questa importante fonte storica arricchisce la letteratura francescana in Italia e – come auspichiamo – diventerà un contributo notevole alla storiografia pugliese e meridionale, divenuta in questi ultimi decenni attenta ai molteplici aspetti dei complessi processi dell’età moderna in cui operarono frati e devoti.

Nella varietà dei loro rapporti la cultura cattolica sottolinea la straordinaria capacità che il Vangelo ha posseduto e possiede ancora di permeare le culture dei cinque continenti. È proprio del cristianesimo, infatti, vedere nei santi coloro che hanno realizzato la sequela o la imitazione di Gesù Cristo.
 

Perciò i santi sono stati e sono considerati intercessori e taumaturghi, ma pure esempi di vita o “vangeli viventi” o addirittura “interpreti viventi e attuali” della “dottrina viva” che parla ai devoti e all’intera cattolicità.

Alle analisi degli storici e degli antropologi tutto questo non può sfuggire al fine di cogliere scientificamente il senso proprio dei fenomeni religiosi e il loro significato, semplicemente con il metodo storico rigoroso e corretto.
Salvatore Palese